L’avvento dell’intelligenza artificiale generalista ha trasformato il software da funzioni deterministiche a sistemi probabilistici imprevedibili.
Il mondo classico del software si basava su mapping input-output affidabili al 100% e su funnel di conversione predefiniti.
I modelli AI moderni accettano input infiniti e producono risposte estratte da distribuzioni di probabilità, rendendo impossibile garantire correttezza e ripetibilità assolute.
Per costruire prodotti AI di successo è necessario passare dall’ingegneria tradizionale all’empirismo, applicando il metodo scientifico e test rigorosi.
Bisogna gestire l’incertezza definendo una «Minimum Viable Intelligence» che mantenga flessibilità e performance adeguate al mercato.
Ogni aggiornamento o nuovo modello può richiedere la completa riprogettazione del prodotto, abbandonando preconcetti e mettendo alla prova continuamente le ipotesi.
I dati diventano il nuovo sistema operativo: servono dataset di valutazione sempre aggiornati e test in produzione per monitorare i percorsi d’uso emergenti.
L’integrazione di marketing, ingegneria, prodotto e finanza attorno a un’unica visione dei dati è fondamentale per orientare decisioni e ottimizzare marginalità.
L’era probabilistica richiede organizzazioni che pensino in termini di probabilità, misurino traiettorie complesse e abbraccino comportamenti emergenti dei modelli AI.
Questo cambiamento è ontologicamente diverso dalle rivoluzioni tecnologiche precedenti e richiede nuovi framework mentali e organizzativi.
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