La Corte federale tedesca (BGH) ha riaperto un caso di 11 anni su Adblock Plus, sostenendo che l’uso di software per bloccare gli annunci potrebbe violare il diritto d’autore in Germania.
Il BGH ha stabilito che la corte di appello ha commesso un errore nel ritenere che la modifica del DOM o dei CSS tramite un ad blocker non costituisca violazione del diritto esclusivo di modificare un programma informatico.
Il processo tornerà ora alla corte d’appello, prolungando ulteriormente la disputa legale tra Axel Springer e Eyeo GmbH.
Rischi di un precedente che potrebbe limitare la scelta degli utenti e aprire la strada a restrizioni simili su estensioni per la privacy, l’accessibilità e la sicurezza.
Secondo la normativa UE (TFEU e considerazione 66 della direttiva 2009/136/CE), gli ad blocker rientrano nelle impostazioni appropriate del browser, e un divieto in Germania potrebbe violare il diritto dell’Unione europea.
L’ad blocking offre vantaggi come risparmio di batteria, miglioramento dei tempi di caricamento e protezione da annunci dannosi, ma gli editori online dipendono dalle entrate pubblicitarie.
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